Neuromarketing: come ritrovare il buonumore con la psicologia del colore

Neuro Marketing

Haruki Murakami scrive “Ogni persona ha un suo proprio colore, una tonalità la cui luce trapela appena appena lungo i contorni del corpo. Una specie di alone”: esiste suggestione migliore per spiegare il rapporto che esiste tra colori ed emozioni?

Il neuromarketing da una parte e il fashion marketing insieme alla psicologia del colore dall’altra si occupano proprio di studiare i complessi meccanismi – spesso inconsci – che influenzano il consumatore a compiere determinate scelte d’acquisto.

Cos’ è il Neuro marketing? La spiegazione dal punto di vista del fashion marketing

Il Neuromarketing è una disciplina emergente che si occupa di studiare le tecniche di marketing che basano la propria efficacia sulle neuroscienze e le forme comunicative più efficaci nel meccanismo di persuasione del consumatore. Definizioni a parte, nella pratica, a cosa serve? Il Neuromarketing è uno strumento che ti permette, grazie agli studi delle neuroscienze, di individuare le strategie di marketing più adeguate al tuo target.

Senza addentrarsi troppo nei tecnicismi che lascio agli esperti del settore, è opportuno sottolineare lo stretto rapporto tra questa disciplina e il fashion marketing. Per approfondire questa argomentazione ripassiamo brevemente la definizione di fashion marketing e i principali attori in gioco.

Il fashion marketing è quella disciplina che applica le strategie di marketing – digitali e non – alla promozione di una maison di moda o di un singolo prodotto del brand con lo scopo di aumentare le vendite”.

Ecco cosa ricordare sul fashion marketing:

  • È una branca del marketing: questo significa che è una disciplina quantificabile e che porta a risultati concreti quando viene portata avanti grazie ad un approccio data-centrico. Misurare e rivedere le proprie strategie sulla base dei numeri – e non sulle sensazioni – è il segreto del successo di una buona strategia di marketing;
  • Riguarda sia la promozione online che quella offline: a differenza di quanto si pensi il fashion marketing non include solamente le tecniche di promozione e vendita del prodotto online, ma anche e soprattutto offline. Al tempo stesso è opportuno sottolineare che la digitalizzazione e la pervasione della cultura online ha portato numerose case di moda a dare priorità agli strumenti “on-site”.
  • Coinvolge da vicino non solo le grandi case di moda, ma anche i piccoli commercianti e i brand emergenti che desiderano affermarsi nel molto competitivo settore della moda.

Alla luce di questi elementi è facile capire quale sia il grande punto di contatto tra fashion e Neuromarketing (oltre l’ovvia considerazione che entrambi portano alla vendita): studiano i meccanismi emotivi di acquisto degli utenti. Infatti, da una parte il Neuromarketing si occupa di approfondire le dinamiche mentali dei consumatori dal punto di vista generale, mentre – dall’altra – il fashion marketing le declina sul settore della moda. In particolare, è proprio la psicologia del colore ad occuparsi dell’impatto che le tonalità possono avere sulla prima impressione e sull’umore delle persone.

Spunti di Neuromarketing e psicologia del colore

Il colore, prima di essere sostanza è un concetto, una sensazione e, a volte, un ricordo. Le case di moda conoscono e sfruttano a proprio favore il potere evocativo delle tonalità per attirare i consumatori verso il proprio brand. Accanto al fashion marketing, la psicologia del colore si occupa verticalmente di studiare le emozioni suscitate dai colori nei consumatori.

Scegliere la tonalità giusta del logo o quella che rappresenta il proprio brand è un aspetto fondamentale nella realizzazione della strategia di marketing e di promozione sul mercato. Infatti, nei casi può fortunati, quel colore non solo incarnerà il brand ma diventerà iconico: un esempio di successo è Tiffany.

Il noto brand di lusso di gioielli deve parte del successo delle proprie strategie di vendita alla riconoscibilità della confezione realizzata in quello che oggi chiamiamo tutti comunemente “azzurro Tiffany”. È straordinario come la forza di un brand veicolata e sostenuta da un’immagine coordinata di successo possa perfino intervenire sulla lingua italiana: Tiffany ha sostituito il Pantone!

Un altro ambito strettamente collegato a quello della moda in cui i colori svolgono un ruolo cruciale è il power dressing: i leader e i personaggi di punta non possono scegliere casualmente il colore dell’abito o della cravatta ma l’intero outfit deve essere frutto di un’attenta strategia di personal branding. Senza citare i principali personaggi del mondo della politica e dell’economia, vorrei portare un esempio “ludico”.

Avete mai visto “Inside Out”? È un cartone animato della Pixar che mette in scena le emozioni che si alternano quotidianamente in ciascuno di noi personificandole in simpatici personaggi. L’operazione straordinaria di questo film risiede nell’associazione perfetta tra i colori e le sensazioni che trasmettono: non è un caso che Tristezza sia rappresentata in blu come se fosse il Blue Monday fatto persona.

Come migliorare l’umore indossando il colore giusto

Come consulente d’immagine sono una ferma promotrice dell’Armocromia e di tutte le indicazioni che questa disciplina può suggerire per valorizzare, attraverso il colore più adeguato, il fenotipo di ciascuno.

Tuttavia, vorrei condividere con voi una riflessione: in un periodo come quello che stiamo attraversando è fondamentale dare la priorità ai colori che ci fanno stare bene e che ci trasmettono ottimismo e speranza. Ti consiglio di eliminare tutti i colori cupi (grigio, marrone e nero) e lasciare spazio al giallo, arancione e bianco in tutti i toni e sottotoni a disposizione.

Notoriamente questi colori sono sinonimo di luce e benessere psicofisico richiamando il sole e le altre fonti luminose.

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