La cultura delle immagini nel 2021

Nel 2021 è ancora attuale dire che “un’immagine vale più di mille parole?” e come la cultura delle immagini ha cambiato, nel corso degli ultimi anni, il modo in cui i consumatori scelgono i brand e i prodotti? Come consulente d’immagine mi capita spesso di interrogarmi su questo tema, soprattutto quando mi viene richiesto di creare una strategia di personal branding online e offline.

Quanto valgono le immagini oggi?

Prova ad immaginare la tua vita senza poter scattare una fotografia ed inviarla a familiari e amici, senza condividere una storia su Instagram o poter utilizzare Google Immagini. Sarebbe quasi impossibile immaginare un mondo senza immagini, soprattutto in un’epoca come quella che stiamo vivendo oggi. La rivoluzione digitale e l’accelerazione che la digitalizzazione ha subito nell’ultimo anno non hanno fatto altro che spingere verso un incremento dell’utilizzo delle immagini in tutti i contesti.

Le immagini – soprattutto quelle “belle” – vengono utilizzate non solo per comunicare un messaggio, ma anche come leva di marketing. Questo processo, iniziato già negli anni ‘80, sta trovando la sua massima espressione nell’era post Covid: oggi infatti non sarebbe nemmeno pensabile di creare una campagna di marketing senza il supporto di immagini studiate e pensato ad hoc.

La cultura delle immagini è un elemento molto importante non solo per le aziende che desiderano promuovere i propri servizi, ma anche per i liberi professionisti che vogliono creare una strategia di personal branding. Creare un’immagine coerente online, utilizzando senza sfruttare la propria personalità e i propri punti di forza, comporta numerosi vantaggi tra cui (per citarne solo alcuni) l’aumento della credibilità agli occhi dei potenziali clienti.

I social più visual

consulenza d'immagine

Da quando è comparso Instagram e, soprattutto, da quando si è diffuso i consumatori hanno imparato a comunicare non solo attraverso i testi, ma anche con le immagini. Rispetto al fratello maggiore Facebook che nasce come piattaforma per condividere messaggi testuali, Instagram permette di condividere solo immagini senza testi. Inoltre, è opportuno sottolineare che lo sviluppo della piattaforma si è mosso in una prospettiva immagine-centrica: basti pensare all’introduzione delle Instagram Stories e dei Reels.

TikTok rappresenta poi l’evoluzione estrema di Instagram: si tratta di un social media in cui la componente testuale è ridotta al minimo ed è solo di supporto alla comprensione delle challange e dei video che vengono condivisi dagli utenti.

La cultura delle immagini in ambito business

Il mondo della moda è da sempre stato caratterizzato da un forte legame con la cultura delle immagini: si tratta infatti di una materia che è intrinsecamente connessa a quella delle immagini e che da sempre ha tratto linfa vitale dal linguaggio comunicativo iconico. Basti pensare come, fin dall’antichità, la moda trovasse espressione in maniera privilegiata attraverso i disegni e come, più di recente, abbia colto nuova spinta dai nuovi media.

Su questo tema è opportuno ricordare il salto di qualità che è stato fatto nell’ultimo anno: sebbene l’occasione pandemica sia stata nefasta, è stata il giusto spunto di riflessione per poter portare le sfilate ad un livello superiore, le sfilate online. Portando la presentazione delle nuove collezioni ondemand le più grandi case di moda (e soprattutto quelle pioniere in questo ambito, come insegna Giorgio Armani), la moda ha imparato a sfruttare ancora una volta la cultura delle immagini nella modalità in cui viene fruita oggi ossia i social media.

Oltre lo stereotipo

Troppo spesso si associa il mondo della moda e il suo “culto” delle immagini al desiderio di stereotipare un canone di bellezza poco attuale e poco salutare nei confronti dei più giovani. Al contrario di quanto si possa pensare e di quanto è accaduto in precedenza, oggi il culto delle immagini viene utilizzato per abbattere gli stereotipi e divulgare una cultura più inclusiva anche nel mondo del fashion.

A questo proposito è opportuno citare – solo per ricordarne alcuni casi eclatanti – la copertina di Vanity Fair in cui viene ritratta Vanessa Incontrata dalle forme decisamente curvy o le numerose campagne pubblicitarie con modelle e modelli con la vitiligine. Ultima ma non meno importante è la sequenza di pubblicità televisive del profumo The One di Dolce e Gabbana che ritrae l’amore in tutte le sue forme.

Al di là dei casi singoli, è opportuno tenere presente il messaggio che accomuna tutti queste iniziative ossia il desiderio di proporre un nuovo concetto di bello più inclusivo e in cui chiunque possa vedersi rispecchiato.

Se sei interessato ad approfondire questo aspetto, non ti resta che aspettare l’uscita del mio secondi libro – La tua immagine on e offline – La bellezza come strumento di comunicazione nell’era della rivoluzione digitale – disponibile da fine giugno su Amazon e in tutte le librerie.

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