Lo stile non significa perfezione, l’importante è sentirsi bene con il nostro corpo

L’immagine esteriore è da secoli un mezzo preziosissimo per esprimere la nostra interiorità e personalità. È un aspetto chiave di cui prendersi cura data la possibilità che ci dà di comunicare la nostra personalità attraverso ciò che decidiamo di indossare.

Avere stile, però, non è un concetto già scritto: non si ha necessariamente stile se si indossa un determinato capo o un particolare brand piuttosto che un altro. Si ha stile se si sta bene con se stessi, se si porta con eleganza un abito o un accessorio, se si è fieri delle proprie imperfezioni e, soprattutto, se si riesce a trasformarle in un ‘pro’ e non in un limite. Ciò che conta è trovare il proprio stile unico per comunicare chi siamo e chi vogliamo essere.

Perfezione o imperfezione?

Se all’inizio del XXI secolo sulle passerelle vigeva un canone di bellezza legato all’assenza di difetti e imperfezioni, negli ultimi anni c’è stato un evidente cambio di rotta. Si sta affermando sempre di più la volontà di allontanarsi da quell’idea di perfezione, lontana dalla realtà e dalle persone, per avvicinarsi invece ad un ideale di bellezza “perfettamente imperfetta”. Accanto a modelle dalle chilometriche gambe, dal vitino a vespa e da curve inesistenti, si son fatte spazio ragazze più ‘normali’ e modelle con taglie, altezze e forme più comuni.

Qualche esempio? La campagna beachwear di H&M o quella di Zara con l’hashtag #NoMakeUp sono solo alcune delle campagne fashion che hanno spinto verso un concetto meno stereotipato di corpo e, soprattutto, di corpo femminile. Smagliature, cicatrici, denti irregolari: tutto ciò che prima non veniva considerato o addirittura modificato in post-produzione, adesso è accettato e apprezzato così com’è. Su Instagram spopola il #bodypositivity e anche le più grandi case di moda cavalcano l’onda, adottando modelli di bellezza prima accantonati.

Lo ha fatto Dolce&Gabbana, facendo sfilare modelle come Tess McMillan e Ashley Graham, dichiarando poi che “la bellezza femminile non è questione di taglia. […] per noi – continua un portavoce della griffe – estendere la gamma delle taglie disponibili è stato uno sviluppo naturale”. Al loro fianco anche Mac Cosmetics e Victoria’s Secret che hanno scelto Winnie Harlow, modella affetta da vitiligine e Gucci Beauty che per il lancio della sua campagna di rossetti ha scelto la principessa del punk newyorkese Dani Miller, famosa per il suo particolare sorriso.

Il punto focale sono proprio le imperfezioni e il rovesciamento dell’idea di bellezza canonica, spesso lontanissima dalla realtà. Nel caso di Gucci Beauty, ad esempio, il trucco si configura come uno strumento volto non a nascondere le imperfezioni, ma ad esaltare e valorizzare le caratteristiche uniche di ciascuno di noi.

Bellezza, differenza e unicità

Il mondo della moda sta quindi cambiando, andando in una direzione nuova e maggiormente etica. Il gusto e l’estetica, infatti, non dovrebbero conoscere discriminazioni razziali o differenze fisiche, ma anzi porsi come concetti il più democratici possibile. Ma ciò stenta a succede e molte volte ad aprirci gli occhi sono coloro dai quali meno ce lo aspettiamo.

È il caso di Ellie Goldstein, scelta dal direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, per il lancio del mascara l’Obscur. Il suo volto, leggermente truccato, è apparso sulla pagina Instagram della maison fiorentina, anche se la ragazza era già nota. Affetta da sindrome di Down, ha iniziato la sua carriera facendo la classica gavetta tra shooting e pubblicità nella capitale inglese. Poi, dopo numerosi scetticismi, è stata presa da un’agenzia, cominciando a posare per aziende come Nike o Vodafone. Apparsa anche su Vogue Italia immortalata dal noto fotografo David PD Hyde, la giovane ha poi scelto di proseguire gli studi universitari, dimostrando una determinazione impressionante.

Un percorso simile a quello di Ellie, è stato fatto da Kate Grant, anch’essa giovanissima modella affetta da sindrome di Down. A Vanity Fair ha raccontato che da piccola sentiva i medici dire ai suoi genitori tutto ciò che non avrebbe mai potuto fare, scegliendo invece poi di farlo, diventando così una figura d’ispirazione per molti altri nella sua stessa situazione.

“Il mondo non ha un’unica taglia e forma. La bellezza è differenza: di forme, altezze, colori, abilità e disabilità”.

Il percorso non è stato affatto semplice e i rifiuti erano numerosi, ma Kate e sua madre non si sono arrese arrivando nel 2018 a vincere il Teen Ultimate Beauty of The World. Poco dopo l’azienda Benefit Cosmetics l’ha richiesta come testimonial, diventando simbolo per la lotta all’inclusività nel mondo della moda e del beauty.

Queste sono esperienze che mostrano come sia necessario inseguire i propri sogni e proteggere la propria unicità con tutte le proprie forze. Lo stile, infatti, non è qualcosa che ci viene imposto dall’esterno, ma qualcosa che ciascuno di noi ha dentro. La difficoltà, talvolta, risiede nel fatto che non tutti sanno come manifestare le proprie peculiarità e veicolarle in uno stile unico. Come consulente d’immagine posso aiutarti a trasformare le imperfezioni da limiti ad opportunità, creando un’immagine personalizzata e di successo che rispecchi la tua personalità e la tua imperfetta perfezione. Non esitare a contattarmi!

Altri articoli che potrebbero interessarti: