La consulenza d’immagine secondo Isabella Ratti

La consulenza d’immagine è un campo d’attività molto vasto e sul quale è stato detto molto, forse troppo e in maniera poco precisa: ecco perché ho deciso di raccontare che cosa esprima ed implichi, per me, questo concetto.

Si tratta prima di tutto di una professione a tutti gli effetti al pari del medico e dell’architetto e, in quanto tale, richiede una formazione di qualità e portata avanti da docenti qualificati ed esperti del settore.

Del resto, si tratta di un mestiere che affonda le proprie radici nell’America degli anni ’70, quado nel 1975 viene pubblicato “Dress for Success” che può essere considerato una vera e propria pietra miliare per chi, come me, si occupa di consulenza d’immagine nella sua totalità.

Dare una definizione univoca di cosa sia la consulenza d’immagine è complesso, come accade spesso in tutte le professioni che hanno la capacità di adattarsi alle persone che sono in continuo cambiamento. Proviamo però a circoscrivere il perimetro di questa figura professionale così poliedrica e dinamica.

Il consulente d’immagine non è un personal shopper

Cominciamo con il dire che cosa non sia il consulente d’immagine, cioè un personal shopper. Non è una questione di “dignità professionale”, anzi, ma semplicemente di competenza e professionalità.

Andresti da un parrucchiere per avere una manicure (o viceversa)? Certamente no, a meno che tu non voglia un lavoro approssimativo. Allo stesso modo non ti recerai da un personal shopper per una consulenza d’immagine o da un consulente d’immagine per l’attività di personal shopper.

Il consulente d’immagine, infatti, non si occupa di abbinare il colore di una camicia con quello dei pantaloni, o di scegliere le paillette per l’abito di Capodanno: egli è invece colui che, ben prima che il proprio cliente si rechi in negozio, gli fornisce suggerimenti e gli strumenti per poter scegliere il modello di camicia, pantalone e vestito che meglio si adattano alla propria fisicità.

Infatti, dopo che i clienti del consulente d’immagine concludono il proprio percorso avranno acquisito tutte le competenze e le informazioni per sapere quale tipo di colori si abbinano al proprio incarnato, quale forma del viso hanno e come saperla valorizzare con il makeup adatto ad ogni circostanza.

Consulenti d’immagine si diventa

Consulenti d’immagine si nasce o si diventa? Entrambe.

Sicuramente è necessario, come in ogni professione, avere una buona base di partenza, tra cui:

  • Sensibilità per i colori: individuare in maniera diretta le differenze emozionali tra i colori può essere difficilmente insegnata in quanto affonda le proprie radici nella propria emotività più profonda. Tuttavia, basta averne solo un pizzico affinché – dopo aver frequentato un’alta formazione – questa capacità possa sbocciare.
  • Naturale dinamicità: il consulente d’immagine è un professionista che non può dare per assodato il proprio mestiere una volta per tutti. Il costante aggiornamento – che non è solo fatto di corsi e seminari, ma anche di curiosità quotidiana – è una skill che non può mancare del suo pedigree.
  • Empatia: un aspetto da non sottovalutare è proprio la naturale predisposizione a comprendere le necessità di chi si trova di fronte e di saper condividere emotivamente il proprio sentire. Forse, in questo caso, un modo di dire inglese non potrebbe essere più azzeccato “in her shoes”.

Ma oltre a queste doti naturali, secondo me, consulenti d’immagine si diventa attraverso una formazione professionale altamente qualificata e di qualità. In particolare, bisogna affidarsi a maestri e mentor che abbiamo esperienza nel settore e possano non solo insegnare gli strumenti pratici del mestiere, ma anche – con l’esempio – indicare la strada da percorrere.

Inoltre, un aspetto che troppo spesso viene sottovalutato è il rapporto con il cliente che può essere instaurato, secondo me, solo di persona. Infatti, sono durante un incontro tet a tet è possibile comprendere nel profondo insicurezze e caratteristiche estetiche del proprio interlocutore: ecco perché la consulenza d’immagine non può essere fatta online!

Del resto, forse è opportuno ricordare che essere consulente d’immagine significa anche essere imprenditore di sé stesso: in quanto libero professionista, chi desidera intraprendere questa carriera deve sapersi creare una cerchia di clienti, soddisfarla attraverso la propria consulenza e fidelizzarla.

Gli strumenti del mestiere

Passando agli aspetti pratici e alle nozioni basilari che un consulente d’immagine deve avere, voglio sottolineare come egli debba essere un esperto di armocromia. All’interno di quest’ultimo concetto sono racchiusi una varietà infinita di valori e di nozioni che devono essere apprese: dall’analisi armocromatica, alla sensibilità per i toni e i sottotoni, alla professionalità e alla pratica che vengono acquisite solamente con il tempo.

Inoltre, un buon consulente d’immagine deve avere ottima dimestichezza con la palette colori, fondamentale per l’analisi con i drappi, che può essere paragonata alla bacchetta magica.

Tra gli oggetti che non devono mancare nella borsa di un buon consulente d’immagine ci sono poi le Palette Abbigliamento 12 stagioni, uno strumento visivo rapido ed intuitivo che ti permetterà di comunicare empaticamente con il cliente i suggerimenti che gli stai proponendo. All’interno di ciascuno di essi, puoi mostrare gli abbinamenti cromatici da preferire e quelli sconsigliati in quanto meno valorizzanti.

Infine, se hai inteso la consulenza d’immagine come una professione che si occupa a tutto tondo dell’armonia cromatica del proprio cliente, devi ricordare di utilizzare la palette colori make-up e quella per l’analisi della forma del viso.

La mission del consulente d’immagine

Ultimo aspetto, ma non per importanza, è la mission del consulente d’immagine per come intendo io questa meravigliosa professione.

Esiste un primo compito del consulente d’immagine che può essere ridotto alla “analisi delle forme del viso” o a stabilire quale stagione tu sia, ma ne esiste un secondo – quasi filosofico ed esistenziale – che consiste nel comprendere a fondo le necessità del proprio cliente e fornire lui gli strumenti per esprimere la propria personalità e il proprio modo di essere.

Infatti, i consigli che il vero consulente d’immagine deve fornire prescindono dalle mode, dai trend e dai colore Pantone del momento in quanto sono personalizzati sulle caratteristiche fisionomiche del singolo individuo. Ecco perché mi piace pensare al mio mestiere come colui che fornisce al bruco gli strumenti per diventare farfalla.

Una confidenza finale

C’è poi un terzo compito del consulente d’immagine, che sento come importante e fondante nella mia attività: la formazione, intesa come insegnamento.

Dare gli strumenti ai giovani – e non solo – per poter realizzare il proprio sogno e diventare consulenti d’immagine è emozionante e credo che dovrebbe essere parte integrante di questo mestiere. Infatti, secondo il mio punto di vista, solamente chi pratica questo mestiere da anni, ha saputo comprenderne le sfaccettature, le implicazioni e le difficoltà e può quindi insegnare come superarle.

Non ho mai insegnato ai miei allievi; ho solo cercato di fornire loro le condizioni in cui possono imparare.” Cit. Albert Einstein

Per dare seguito a questo mio sentimento e fornire uno strumento pratico ho scritto un libro “Fashion Marketing – viaggio alla scoperta dei nuovi modi di fare shopping e dei meccanismi della moda 4.0.” Qui, pagina dopo pagina accompagno il lettore attraverso la storia della moda e la sua evoluzione fino all’età digitale, analizzando i nuovi media e come questi abbiano cambiato il fashion marketing. Un aspetto fondamentale è ricoperto proprio dalla digitalizzazione del fashion, dal ruolo dei Social Media e delle nuove piattaforme, troppo spesso sottovalutate e poco valorizzate. Queste invece, possono costituire la differenza in strategie di marketing di brand consolidati e astri nascenti nel settore della moda.

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