A lezione di marketing dalle modelle: come fare del brand personale un mito

lezioni di marketing dalle modelle

lezioni di marketing dalle modelle

Di brand personali di successo non ce ne sono poi molti. Mi riferisco a quelle persone che sono riuscite a creare, da soli o grazie a esperti di marketing e consulenti di immagine, un marchio riconoscibile e memorabile, che immediatamente viene associato a un concetto o a un valore. Se ti chiedessi di dirmi, adesso, qual è per te il personal brand più forte in Italia probabilmente mi risponderesti Chiara Ferragni. Ai più giovani sembrerà incredibile, ma anche prima di Instagram era possibile diventare un mito. Sì, perché il personal branding non è nato con i social media: questo canale ha solo amplificato e velocizzato il fenomeno.

Oggi, come 10, 20 o 50 anni fa, ci sono settori in cui è più facile guadagnare risonanza e farsi conoscere, come il mondo della moda, da cui Chiara Ferragni proviene.

Ma tutte le modelle o aspiranti tali raccolgono consensi e diventano famose? No, infatti di Chiara Ferragni ce n’è una sola e anche se in tanti, ancora oggi, sono convinti che la sua popolarità sia solo il risultato di un grandissimo colpo di fortuna, la realtà è che il suo successo non è stato casuale. Nella storia della sua affermazione ritroviamo 4 elementi che ricorrono in tutti i brand che sono diventati un mito:

  • originalità
  • tratto distintivo
  • tempismo
  • visione strategica.

Vediamo allora qualche esempio di ieri e di oggi e poi cerchiamo di trarre qualche buon consiglio per fare anche del nostro brand personale un cult senza tempo.

In principio erano le Supermodels: Cindy, Naomi, Claudia, Carla, Linda

Brand e mito: le supermodelle

Sembra ieri e invece sono passati già 30 anni. Per quelli che negli anni ‘90 c’erano, le icone fashion di riferimento erano Cindy Crawford, Naomi Campbell, Claudia Schiffer, Carla Bruni, Linda Evangelista. Furono ribattezzate le Supermodels perché incarnavano l’idea della perfezione femminile, con i loro corpi sexy e definiti, delle vere e proprie dee scese in terra.

Conquistarono un potere economico mai visto, contratti milionari, la loro immagine ovunque, stilisti e brand che se le contendevano a suon di bigliettoni. Fu un vero e proprio fenomeno che influenzò la moda e il gusto di quegli anni.

Ma quello che è davvero interessante osservare di queste modelle è che non si lasciarono scappare l’occasione di coltivare il proprio brand – considerando che nella moda il successo dura solo qualche anno bisognava essere previdenti!

E nel successo della Top model Cindy Crawford ritroviamo proprio quei 4 elementi che fanno di un personaggio un brand che sopravvivere alle mode e ai cambiamenti della società.

cindy crawford e il personal branding

Cindy Crawford è ancora ben viva nell’immaginario di tutti noi per la sua bellezza e in particolare per un dettaglio fisico che non si scorda: un sensuale neo all’angolo della bocca. Quando pensi alla Crawford vedi quel neo. Un po’ come Marilyn Monroe. Ecco il tratto distintivo.

Cindy Crawford, tra tutte, cominciò a lavorare sul proprio personal branding ancora prima di lasciare le passerelle. Si dedicò al mondo del fitness e divenne un’icona del fisico tonico, scolpito dalla palestra e dell’aerobica. Le sue video lezioni di ginnastica spopolarono in America. Ecco l’originalità.

Cindy sfruttò il momento storico giusto per costruire la sua popolarità nel mondo del fitness: negli anni ‘90 un corpo atletico era l’obiettivo di tutte le donne. Dieci anni prima o dieci anni dopo non avrebbe avuto lo stesso successo perché il gusto estetico della società era diverso. Ecco il tempismo.

Per terminare l’esempio di come Cindy Crawford, modella di successo degli anni ‘90, sia riuscita ad affermare il suo brand personale trasformandolo in un mito, vediamo che ogni sua azione non è mai stata né casuale né avventata. Cindy si fa ambasciatrice di uno stile di vita sano, cura il suo corpo, la sua immagine rimane negli anni sempre coerente a questi principi. Per i brand rappresenta un punto di riferimento e una garanzia, la contrattano come testimonial perché rappresenti con la sua immagine e la sua filosofia di vita i loro marchi.

I video di fitness furono solo l’inizio, poi arrivarono i profumi col suo nome, la linea di arredamento per la casa, e per ultimo, notizia recentissima, la partecipazione come azionista di minoranza in uno dei siti di lifestyle più importanti del Canada, The Coveteur. Ti sembra che le sue mosse siano state casuali? Posso assicurarti di no: a un certo punto della sua carriera la modella Cindy Crawford ha deciso di posizionarsi e di iniziare un percorso ben preciso. Ecco la visione strategica.

Chantelle: il testimonial che non ti aspetti

I brand che hanno una chiara identità e dei valori precisi con cui il pubblico li identifica non scelgono come testimonial una modella qualsiasi. Un bel viso e un corpo perfetto non sono sufficienti quando si ha una visione a lungo raggio e una filosofia che è parte integrante del brand.

Chantelle Winnie è una modella di colore affetta da vitiligine. Questo significa che alcune zone del suo corpo non hanno pigmentazione: dato il colore della sua pelle, il contrasto è ben evidente.

Chantelle Winnie e la costruzione del personal brand

Per caso Chantelle ha rinunciato al suo sogno di calcare le passerelle mondiali a causa del suo problema estetico? Non ne staremmo parlando ora. Infatti Chantelle ha combattuto e vinto la sua battaglia contro una bellezza stereotipata, aiutata anche dai tempi ormai maturi per accettarla come modella e da un pubblico consapevole che supporta chi lotta contro la discriminazione.

Brand come Desigual e Diesel hanno visto in Chantelle la portavoce perfetta per trasmettere un’idea di moda non convenzionale, originale e creata per gente reale.

Anche nella storia del successo della modella Chantelle Winnie ritroviamo i 4 elementi che rendono un brand personale un mito:

  • il tratto distintivo: la vitiligine, inizialmente il suo punto debole,
  • l’originalità, sposata da brand che si rivedono in questa filosofia,
  • il tempismo della sua rivendicazione come modella “imperfetta”,
  • la visione strategica, nella scelta di posizionarsi come una modella che incarna precisi valori e rimanendo sempre coerente a questa immagine.

E poi arriva Chiara Ferragni: imprenditrice digitale e super influencer

Chiara Ferragni non smette mai di far parlare di sé. Anche in questi giorni il web è diviso per la sua collaborazione con la marca di acqua minerale Evian. Insieme hanno creato un’edizione limitata di bottiglie in vendita a 8 euro l’una.

Il brand fortissimo di Chiara Ferragni

Una grande strategia di co-branding che non tutti hanno capito o, peggio, accettato. Ma, di fatto, ora le bottiglie brandizzate da Chiara sono sold out. Opera maestra di marketing del desiderio (se vuoi saperne di più puoi leggere qui).

Il brand Chiara Ferragni, piaccia o no, è una vera e propria lezione di personal branding da cui tutti dovremmo imparare. Molti dicono che quello che fa la Ferragni non è niente di speciale e che chiunque, al suo posto, avrebbe potuto ottenere lo stesso successo. Eppure solo lei ci è riuscita.

Molti contestano la sua scelta di condividere ogni momento della sua vita sui social, ma proprio questo canale le ha regalato la popolarità che oggi le grandi aziende le pagano cara. Chiara Ferragni si è imposta come fashion blogger, come fashion influencer e come imprenditrice digitale, ha cavalcato l’onda della storia d’amore impossibile con il rapper Fedez, ha organizzato il matrimonio più social della storia – battendo anche il Royal wedding di Henry e Megan d’Inghilterra – ed è pronta a lanciare un documentario (attesissimo!) sulla sua vita.

A Chiara non sono di certo mancati originalità – per il suo modo di approcciarsi alla moda sfruttando i nuovi media, diventato anche il suo tratto distintivo –, tempismo – fu tra le prime a capire le grandi potenzialità di Internet e dei social – e, ovviamente, una chiara e solida visione strategica, che le ha permesso di festeggiare i 9 anni del suo blog The Blonde Salad, di lanciare una linea di scarpe, di essere amica dello stilista Karl Lagerfeld, e di stringere collaborazioni continue con i migliori brand italiani e internazionali che la pagano fior fior di quattrini per essere associati alla sua immagine.

Per concludere: lezioni di personal branding per te

Quali sono le lezioni che ci insegnano Cindy Crawford, Chantelle Winnie e Chiara Ferragni, e che dovremmo far nostre per far diventare un brand personale un mito?

  • Parti da te stesso e trova ciò che ti rende unico (può esserti utile usare il Personal branding canvas).
  • Evidenzia la tua unicità. Se è un punto debole fallo diventare il tuo punto forte (ti sarà di grande aiuto leggere questo post: Insicurezze sull’aspetto fisico: ecco come superarle).
  • Proponiti in maniera originale (essere la copia di qualcun altro non ti farà mai notare).
  • Metti in mostra la tua personalità.
  • Dai valore alla tua immagine (l’aspetto esteriore rafforza e amplifica il tuo messaggio. E ricorda che la prima impressione determina in gran parte l’opinione che il tuo interlocutore si farà di te).
  • Cura il tuo look (per trasmettere coerenza e per sentirti meglio anche con te stessa).
  • Fai in modo che la tua immagine rappresenti il meglio di te, non altro da te.
  • Sfrutta il canale che ti è più congeniale per farti conoscere: Instagram, YouTube, blog, podcast, …
  • Quando senti che è il momento giusto, agisci!
  • Se non vuoi sprecare neanche una buona occasione prepara una strategia (riprendi il Personal branding canvas)

Impara da chi ce l’ha fatta

Spero che questo post ti sia piaciuto, nasce dalla mia convinzione che si possa imparare tantissimo da chi ha ottenuto il successo grazie all’impegno e a una strategia mirata.

Le modelle, e il mondo della moda in generale, subiscono sempre un pregiudizio: chi ce l’ha fatta è solo per un colpo di fortuna. Sicuramente per qualcuno sarà così, ma posso assicurarti che quel tipo di successo dura molto poco. Cindy Crawford è sulla cresta dell’onda da 30 anni, Chiara Ferragni da quasi 10 e nessuna delle due si è seduta sugli allori: hanno dato vita a progetti ambiziosi, si sono messe in gioco e hanno un piano per il futuro.

Vorrei creare un appuntamento mensile con i post “A lezione da…”.

Mi fai sapere se l’idea ti piace? Ti basta lasciare un commento qui sotto.

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