Moda italiana: la storia di uno stile di vita

La moda italiana è sempre stata al passo coi tempi, dettandone molto spesso anche le regole. Dallo stile pacato ed elegante degli anni Cinquanta, passando per le creazioni anticonformiste della generazione rivoluzionaria degli anni Sessanta e Settanta, fino all’esplosione del fenomeno progressista dei ‘giovani in carriera’ degli anni Ottanta, il made in Italy ha sempre attirato l’attenzione muovendosi con cura tra innovazione e tradizione.

La moda italiana ieri

Sin dal 1950 la moda italiana si è fatta spazio nel panorama internazionale. In un paese che stava ripartendo in seguito alla Seconda guerra mondiale, venne organizzata la prima sfilata di moda a Villa Torrigiani, residenza estiva del conte Giorgini. Per oltre 30 anni, su quella passerella, stilisti di spicco hanno mostrato le loro creazioni, portando sempre più in alto il made in Italy. Si comincia ad intravedere uno stile che fin da subito inizia a tracciare le linee guida della moda internazionale, capace di segnare in maniera indelebile le passerelle italiane e quelle d’oltralpe.

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Con creazioni esclusive, tessuti e rifiniture di pregio le città di Milano, Firenze e Roma si riempirono di atelier, diventando il punto di riferimento nel panorama mondiale della moda. Icone del cinema come Audrey Hepburn e Elizabeth Taylor, unite alle italiane Sophia Loren e Gina Lollobrigida, sono affascinate dalle creazioni del nostro paese, estasiate da una moda che non ha rivali e da un abbigliamento che è un vero e proprio stile di vita.

Gli anni ‘50 e ‘60 sono gli anni di Vacanze romane, della Dolce vita, di Un americano a Roma, di una generazione nata durante la guerra e cresciuta con la voglia di riscatto, con l’immancabile volontà di fare meglio e farlo subito. Da quel momento anche la moda cambia, la vecchia aristocrazia diventa ambasciatrice del bello italiano nel mondo, promuovendo le scelte di abbigliamento delle nostre case di moda. Emilio Pucci conquista gli americani con la collezione Siciliana (1956), con le collezioni dedicate al Palio di Siena (1957) e a Botticelli (1959); anche l’attrice Marilyn Monroe si innamora delle sue camicie e dei completi ispirati alla bellezza d’Italia.

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Teatro privilegiato di storie incredibili, il Bel Paese è re indiscusso di personaggi leggendari, di feste da sogno: tutti guardano l’Italia e tutti vorrebbero essere italiani. La nostra storia e la nostra arte si riflettono nell’abbinamento dei colori, nella manifattura, nell’attenzione e nella cura al dettaglio.

Dal 1960 tutto cambia

I decenni a seguire si aprono con una moda piuttosto aggressiva e decisa, riflettendo il difficile periodo storico-politico che il mondo stava vivendo con il conflitto in Vietnam e la guerra fredda. I giovani sono in prima linea con nuove tendenze e nuovi ideali che inevitabilmente si rispecchiano nelle scelte estetiche e stilistiche. Gonne mini, pantaloni a zampa, camicie attillate e giacche di pelle: gli anni ‘60 e ‘70 gridano identità e libertà. Come non ricordare Elio Fiorucci, tra i primi a cogliere il cambiamento e a trasformare il piccolo negozio ereditato dal padre in un emporio nel quale trovare una moda controcorrente tra la disco music americana e i nuovi tessuti elasticizzati italiani.

Si entra in una nuova epoca della moda, nella quale la manifattura accurata cede il passo al prêt-à-porter, agli abiti pronti e a prezzi più contenuti. Le creazioni sono sgargianti e abbinate ad accessori di ogni genere in un rinnovamento degli stili, agevolato anche dall’entrata in scena di personaggi come Laura Biagiotti, Mario Valentino, l’indimenticabile Gianni Versace, Krizia, Paola Fendi, Valentino Garavani, Gianfranco Ferrè, Giorgio Armani, Ottavio Missoni, Franco Moschino e Luciano Soprani. Storico è lo scatto fatto durante la settimana della moda di Milano del 1985: nel cuore del fashion, con il Duomo alle spalle, il made in italy viene immortalato.

La moda italiana oggi

Oggi il contributo della moda italiana non è solo economico. Le nostre collezioni, i nostri stilisti, le nostre novità continuano ad influenzare il resto del mondo. Dagli anni ‘90 in poi le passerelle di Milano, Parigi e New York hanno visto il made in Italy come sinonimo di qualità e capi italiani diventare icone. Ne è un esempio l’abito nero di Versace, trattenuto da spille lungo il fianco destro, indossato da Elizabeth Hurley nel 1994, ritenuto tra le migliori creazioni della maison. Così come il Jungle Dress indossato da Jennifer Lopez nel 2000 e nel 2019 con stampa floreale, candidatosi come una delle opere più audaci e di successo di Versace.

Ma gli abiti icona italiani sono numerosi. Lo dimostra, ad esempio, l’abito di Valentino con il quale Julia Roberts ritirò l’Oscar nel 2001: un modello vintage che per la casa di moda ha rappresentato uno dei punti più luminosi della carriera dello stilista. Come non citare Miuccia Prada con l’iconico abito in paillettes degradanti indossato da Carey Mulligan nel 2012? O la camicia bianca di Gianfranco Ferré e il suo amore per i particolari e il design lineare che richiama gli studi in architettura?

Che siano Dolce&Gabbana, Gucci o Alberta Ferretti, da sempre le linee italiane, i tessuti ed i tagli hanno solcato la passerelle della moda mondiale. Innovazione e tradizione sono alla base del Made in Italy e delle creazioni dei nostri designer, sempre in grado di evolversi nel tempo con capi capaci di guardare al futuro, rispettando il passato e rispondendo alle esigenze del presente.

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