Fashion ecommerce: numeri tra social selling e Buy Now Pay Later

Negli anni ho assistito ad un cambiamento radicale nelle esperienze di acquisto degli utenti e nelle strategie di vendita dei brand del mondo del fashion luxury: queste mutazioni hanno poi subito un’impennata nell’ultimo periodo. Se fino a qualche anno fa era impossibile pensare di vendere un prodotto luxury senza che venisse visto e “toccato”, adesso i fashion ecommerce sono i canali di vendita privilegiati, nonostante non possano sollecitare attraverso 4 dei 5 sensi a disposizione (se si esclude la vista).

La consapevolezza dei cambiamenti nel settore della moda e di quelli ad essa connessa è essenziale per poter esercitare la professione di Business Image Expert in maniera completa. Il continuo aggiornamento su questi mi ha infatti permesso di affiancare soprattutto le aziende nella costruzione di un funnel di vendita breve, che non disperdesse l’attenzione dei clienti ma la catalizzasse sul prodotto e sul carrello.

Vediamo quindi in questo articolo come è cambiato il modo di fare fashion ecommerce nell’ultimo periodo e le principali rivoluzioni in questo ambito.

Indice:

  • Avanti tutta per i prodotti leisure
  • Centralità della Customer Experience
  • Gli shoppable contents e il Social Selling
  • La rivoluzione del BuyNowPayLater

Avanti tutta per i prodotti leisure 

Secondo Osservatori del Politecnico di Milano non solo i fashion ecommerce continuano a crescere, ma sono stati registrati dei cambiamenti nella tipologia di prodotti acquistati. Se infatti in periodo pandemico e post pandemico erano stati i beni di prima necessità a sostenere i fatturati, con un’attenzione particolare all’abbigliamento sportivo e “da casa” oggi le punte di diamante sono i prodotti e servizi leisure. Si stima, infatti, che in Italia il 48% degli acquisti online (portato avanti da circa 36 milioni di persone) siano relativi a prodotti e servizi leisure.

Se in passato si era pensato, a titolo, che fosse la moda femminile a trainare la crescita dei brand online, adesso sono gli accessori e l’abbigliamento maschile a non conoscere rivali. Da questo punto di vista, il cambiamento al quale sta andando in contro fortunatamente la nostra società verso una visione più aperta e inclusiva della moda sta sostenendo questo trend.

Centralità della Customer Experience

Tra le ragioni del successo dei fashion ecommerce ci sono sicuramente alcune caratteristiche proprie di questo canale, primo tra tutti la facilità di ricerca di vestiti: grazie ai filtri è possibile rendere più facile la ricerca che viene compiuta, consentendo agli utenti di trovare quello che cercano in mezzo ad un assortimento davvero significativo.

Ecco quindi che interviene l’importanza della User Experience (UX), un elemento ormai imprescindibile per il successo di un sito web.

In un settore in cui l’ampiezza dell’offerta, la complessità dei prodotti e il costo elevato del carrello sono dominanti, è prioritario che gli users possano destreggiarsi al meglio.

Gli shoppable contents e il social selling

Il 43% degli utenti che appartengono alla Generazione Z e il 49% dei Millennials ha acquistato prodotti direttamente dalle piattaforme social. Si tratta di una rivoluzione che sta trasformando e travolgendo i Social Media che, è importante ricordarlo, erano nati come strumenti di comunicazione e luoghi di scambio virtuale.

Per i brand che sono iscritti e producono contenuti sulle piattaforme social, ma che ormai sono di vendita, è diventato fondamentale inserire nel proprio piano editoriale i cosiddetti shoppable contents. Si tratta di una tipologia di post, ma anche di stories nel caso di Instagram, attraverso la quale gli utenti possono, cliccando sul prodotto rappresentato, procedere direttamente con l’acquisto.

Da questo punto di vista bisogna distinguere tra le piattaforme che consentono di inserire un link che rimanda ad un sito esterno (principalmente la scheda prodotto nell’ecommerce) e quelle che invece mantengono la transazione all’interno della piattaforma stessa. Un esempio della prima situazione è rappresentato da Instagram e il suo Shop, mentre nel secondo caso TikTok.

Perché funzionano gli shoppable content? Gli analisti sono concordi sul fatto che un UX più curata, veicolata dalla piattaforma, e uguale per tutti i brand aiuti gli utenti ad orientarsi e non disperdere l’attenzione in mezzo a differenti prodotti come potrebbe accadere su un normale ecommerce. Inoltre, è evidente che gli shoppable content rispondono al bisogno di un funnel di acquisto più breve.

La rivoluzione del Buy Now Pay Later

Il Buy Now Pay Later è l’ultima ed ennesima rivoluzione in materia di pagamenti legati agli ecommerce. Dopo il timore delle criptovalute e la possibilità che era stata proposta da alcuni di poter pagare anche con i Bitcoin, è arrivata una nuova forma per agevolare i pagamenti.

Tradotto come “Compra Ora, Paga Dopo” consiste in una forma di rateizzazione del pagamento dell’importo del carrello che era, per altro, già molto diffuso all’estero e negli USA. Se fino a qualche tempo fa questa formula era concessa solo a chi aveva una carta di credito, oggi i consumatori possono accedere a forme di agevolazione più significative.

Il Buy Now Pay Later può essere selezionato, sui siti che hanno abilitato questo servizio, al momento del checkout del carrello. A questo punto l’e-commerce riceve l’intera somma e il cliente rimborsa l’acquisto alla società intermediaria, che si accolla anche il rischio di insolvenza dell’acquirente. Bisogna tenere presente che la versatilità del servizio è completa, dal momento che si possono dividere i pagamenti in un numero di rate variabili e che non sono applicate commissioni sul cliente finale.

Ad oggi il sistema di Buy Now Pay Later (BNPL) ha generato, ad oggi, un giro d’affari pari a 70 miliardi, sostenuto sicuramente dalla crescita vertiginosa degli ecommerce nell’ultimo periodo: si è parlato infatti di +78% nel 2021 con un tasso di crescita annuo previsto del 16% fino al 2025. Nonostante questo nel nostro Paese questa soluzione sembra essere attuata ancora da pochi brand e, nonostante il settore di riferimento sembri essere quello della moda, ci sono altri settori vicini che potrebbero dimostrarsi più ricettivi. Uno tra tutti quello del beauty, storicamente molto vicino a quello del fashion luxury ma che ha sempre saputo mantenere una propria identità.

La percezione del BNPL e le resistenze in Italia

Secondo Filippo Bianchi di Boston Consulting Milano la percezione del servizio di rateizzazione del pagamento è positiva, dal momento che questa modalità di pagamento si adatta ai bisogni di tutti per la semplicità d’uso. Sarebbero soprattutto i Millenial e la Generazione Z ad utilizzarla maggiormente.

Sulla diffusione e sulle resistenze che potrebbero essere incontrare da questo fenomeno è intervenuto un interessante studio di Netcomm che riporta quanto segue:

  • Ad oggi sono solo il 24,8% degli italiani ad utilizzare un servizio di rateizzazione del pagamento.
  • chi ha provato questa forma di pagamento raramente torna indietro: il 15,9% si definisce un utilizzatore abituale del BNPL, mentre l’8,9% solo occasionale.
  • Ancora il 75,2% degli italiani sono non utilizzatori dei servizi di rateizzazione. Di questi il 29,6% è neutrale rispetto al servizio, mentre il 37,4% esclude la possibilità di acquistare a rate in futuro.

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Se vuoi rimanere sempre aggiornato sull’evoluzione on e offline dei fashion ecommerce sei nel posto giusto. Mi chiamo Isabella Ratti, sono una Business Image Expert, e da anni mi occupo non solo di accompagnare i miei clienti nella creazione di un’immagine di successo, ma anche di studiare le dinamiche del mondo del fashion.

Grazie alla mia esperienza nel settore, al continuo monitoraggio dei trend e al presidio dei nuovi canali di vendita posso accompagnare le aziende del settore della moda e non solo nella costruzione di funnel di vendita persuasivi ed efficaci. Se hai un fashion ecommerce e vuoi migliorare le performance del tuo canale di vendita, contattami: sarò felice di poter fissare una prima call conoscitiva.

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