Lo stile dei protagonisti di Saltburn: come Oliver e Felix rivivono la moda anni 2010

Situato nella suggestiva cornice di Saltburn, il film omonimo presentato su Prime racconta una storia che si intreccia intimamente con il potere della moda e del costume. Con l’idea che gli abiti non siano soltanto un complemento, ma un vero e proprio strumento di narrazione, il film si immerge nel mondo sottile e complesso dei segnali che emaniamo attraverso il nostro modo di vestire.

Ogni elemento, dalla tonalità di una camicia al dettaglio di un bottone, viene scelto con la stessa cura e attenzione riservata alle parole di una sceneggiatura. Attraverso questi dettagli, “Saltburn” usa i costumi per esplorare temi come appartenenza, identità, status sociale e la lotta per trovare il proprio posto in un mondo che è spesso definito più dal modo in cui ci si veste che da chi si è veramente.

E mentre si consuma il dramma di un mostro moderno che, invece di indossare il mantello nero ha lo smocking, tra riferimenti a Shakespeare e altri alla tragedia classica, la trama di Saltburn arriva al drammatico epilogo.

La moda del 2010 è la base dei costumi, ma non basta

“Questo film è ambientato solo 15 anni fa, ma abbiamo dovuto trattarlo come un dramma in costume”

ha affermato a Vogue la regista Emerald Fennell.

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Il film ci riporta indietro nel tempo, rivivendo le tendenze iconiche dei primi anni Duemila, un’epoca che, pur essendo relativamente recente, si distingue nettamente dal presente. Emergono così i piercing, i braccialetti dell’amicizia, le magliette con le scritte e le perline, elementi che definiscono una generazione e un’epoca specifica. Il lavoro di Sophie Canale, la costumista, diventa così un viaggio nel tempo, in cui collabora con le principali case di moda contemporanee per riportare in auge gli elementi più caratteristici di quel periodo. Dall’altro lato, si è avvalsa di negozi vintage e dell’usato, puntando a catturare l’autenticità e lo spirito di quegli anni.

Le ricerche si sono concentrate su marchi britannici che hanno definito lo stile di quei tempi, come Jane Norman, Jack Wills e Kookaï. Questo processo riflette la convinzione che i vestiti siano un potente strumento di narrazione. Ogni elemento dell’abbigliamento, come afferma la regista, emette inconsciamente piccoli segnali, rivelando dettagli sulla personalità e il contesto dei personaggi. In questo senso, ogni maglietta, ogni tonalità e ogni bottone nel film è stato scelto con la stessa attenzione e cura dedicata alle parole di una sceneggiatura.

Oliver e il significato della giacca

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Nel film “Saltburn”, il personaggio di Oliver, interpretato magistralmente da Barry Keoghan, si distingue per il suo percorso evolutivo, riflesso in maniera straordinaria attraverso i suoi costumi. La sfida affrontata dalla costumista per rappresentare questo cammino è notevole: più di 60 cambi d’abito, ciascuno pensato per riflettere una fase diversa nella vita del personaggio. La difficoltà nel reperire vestiti specifici dei primi anni Duemila, periodo in cui è ambientata la storia, ha reso il compito ancora più arduo.

La costumista sottolinea che i vestiti del 2006 e del 2007 non sono facilmente trovabili nelle sartorie tradizionali; molti di essi si trovano ancora nei guardaroba personali o nei negozi di beneficenza. Questo dettaglio enfatizza l’importanza del realismo e dell’autenticità nell’abbigliamento, elementi cruciali per l’immersione dello spettatore nell’epoca rappresentata.

Il viaggio di Oliver attraverso il film è marcato da una trasformazione estetica evidente. All’inizio, quando Oliver arriva a Oxford, il suo abbigliamento lo distingue dagli altri. La scelta di vestirlo in giacca e cravatta non è casuale: serve a sottolineare il suo senso di estraneità e confusione in un mondo nuovo e inaspettato. Questa sensazione di non appartenenza si riflette nel modo in cui indossa i suoi abiti, che lo fanno sentire imbarazzato e fuori luogo.

Man mano che Oliver inizia a essere accettato nel gruppo di Felix, assistiamo a una graduale integrazione nello stile di vestire del gruppo. Tuttavia, questo processo non è senza intoppi. Oliver rimane leggermente sfasato, non capendo del tutto il linguaggio della moda di quel gruppo e non riuscendo a indossare quei vestiti con naturalezza. Questo dettaglio sottolinea la sua continua lotta per adattarsi e trovare la propria identità.

Ti presto una giacca per cena” sottolinea Felix suggerendo ad Oliver di indossare questo suo capo d’abbigliamento per la cena con la famiglia. Il dress code imposto a Saltburn, che assomiglia molto a quello di una casa reale, impone una fredda formalità alla quale Oliver dimostra di sapersi adattare, fin da subito.

Il passaggio decisivo si verifica quando Oliver finalmente indossa lo smoking (con un riferimento esplicito a Il Grande Gatsby) esattamente come gli altri partecipanti della festa: anche in questo caso sempre di giacca di cui stava parlando.

Il significato della giacca bianca con ricami della festa

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Alla fatidica festa in maschera, un momento chiave di “Saltburn” che segna il destino dei personaggi, Oliver si presenta con un costume che racchiude in sé molteplici significati. La sua scelta di indossare corna e una giacca bianca riccamente decorata non è casuale. Questo capo, realizzato con l’aiuto della cognata della costumista, un’illustratrice di talento, è un vero e proprio capolavoro di narrazione visiva.

Parlando con British Vogue, la costumista ha rivelato i dettagli dietro questa scelta. L’ispirazione proviene dal folklore britannico, un tema che si intreccia profondamente con il contesto e la trama del film. La giacca è ornata da foglie di quercia e ghiande, elementi ricorrenti nelle uniformi militari, simboli di potere e vittoria. Questa scelta non solo riflette l’ambientazione britannica del film, ma aggiunge anche uno strato di significato simbolico alla presenza di Oliver nella scena.

L’aggiunta delle falene ricamate all’interno del motivo è particolarmente evocativa. Questo dettaglio si collega all’idea di Oliver come una falena attratta dalla fiamma, simboleggiando la sua continua ricerca e la sua lotta interiore. La farfalla notturna sulla sua collana rafforza ulteriormente questo concetto, creando un collegamento visivo tra il personaggio e il suo percorso nel film.

Questo costume, dunque, non è solo un abito per una scena di festa, ma un elemento chiave che contribuisce a raccontare la storia di Oliver. Con ogni dettaglio accuratamente pensato e realizzato, la giacca diventa un’estensione del personaggio stesso, un mezzo per esprimere visivamente la sua evoluzione e il suo conflitto interno. Attraverso questo abito, la festa in maschera si trasforma in uno spazio dove la moda e la narrazione si fondono, rivelando i sottili strati della trama e del carattere di Oliver.

La catarsi: la liberazione della giacca alla nudità

Nelle ultime scene, quando si compie il tragico destino di Lady Elspeth per mano di Oliver, la giacca ricopre ancora una volta un ruolo simbolico di grande rilievo. La scelta di Oliver di togliersi la giacca in maniera teatrale prima di staccare il respiratore di Lady Elspeth non è un gesto casuale, ma un potente atto simbolico. Questo momento segna una svolta cruciale nel personaggio e nella trama: la giacca, che fino a quel momento aveva rappresentato un’armatura, un simbolo di potere e di lotta interiore, viene abbandonata. Il distacco da questo capo di abbigliamento simboleggia la liberazione di Oliver dai vincoli e dalle aspettative che la giacca rappresentava.

Del resto la tensione verso la nudità era già chiara nelle numerose scene (prima con Felix poi con Venezia) che lo vedono intorno a personaggi nella vasca da bagno: questo ambiente, ricco di tensione sessuale per Oliver, identifica anche il suo volersi abbandonare alle sue pulsioni più recondite.

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Questa liberazione è ulteriormente enfatizzata nella scena finale, dove Oliver, completamente nudo, danza come unico padrone di Saltburn. La nudità qui non rappresenta solo la mancanza di abbigliamento, ma anche un rinnovato senso di libertà e di potere. La nudità di Oliver è una dichiarazione di indipendenza, un rifiuto delle convenzioni sociali e dei ruoli imposti dalla società. La danza, libera e sfrenata, diventa un’espressione di questa nuova libertà trovata, un Oliver finalmente sciolto dalle catene della sua precedente esistenza.

È chiaro quindi che la giacca è un elemento chiave per illustrare il percorso di Oliver: da un simbolo di estraneità e conflitto, a un fardello da cui liberarsi. Il suo togliersi la giacca e la successiva nudità non sono solo momenti di alto valore drammatico, ma anche metafore visive della sua trasformazione e del suo definitivo assoggettamento di Saltburn. Attraverso questi gesti, il film trasmette in modo potente il tema della liberazione personale e del cambiamento.

Felix

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Felix, interpretato da Jacob Elordi, essendo di una classe sociale differente da quella di Oliver, i suoi costumi riflettono un lusso disinvolto, evidenziando il contrasto tra i due personaggi. Felix appartiene a una famiglia benestante e la collaborazione con grandi Maison come Christopher Kane, Chanel, Dior, Valentino e Burberry per i suoi abiti sottolinea questo status.

Felix, descritto come costantemente stupendo e a suo agio nella sua pelle, si ispira al principe Harry in giovane età. Il suo stile include jeans larghi, camicie di lino, scolli a V e magliette da rugby, tutti elementi che trasmettono un senso di aristocratica noncuranza. Questi abiti, sebbene di marca, sono spesso consumati e non particolarmente curati, riflettendo l’idea che le persone di classe superiore non devono affidarsi al loro abbigliamento per dimostrare qualcosa a chiunque. Anche l’anello nobiliare denota, a prima vista, il suo status e desidera esplicitarlo al suo interlocutore.

Un dettaglio interessante del personaggio di Felix è il suo piercing all’arcata sopraccigliare, elemento caratteristico dei ragazzi “cool” dell’epoca, che deve togliere quando torna a Saltburn. Questo dettaglio, insieme al braccialetto LiveStrong che indossa per tutto il film, rivela una vicinanza alle tendenze popolari, nonostante il suo background privilegiato.

La scena in cui Felix dà a Oliver un tour di Saltburn, andando in giro a piedi nudi, è un altro dettaglio significativo. Questo aspetto trasmette un senso di appartenenza e di comfort nel suo ambiente, qualcosa che Oliver, come outsider, non riesce a replicare completamente. L’offerta di Felix di un abito per le cene di gala evidenzia la sua consapevolezza di classe, ma anche una certa ignoranza nel comprendere pienamente le circostanze di persone al di fuori della sua bolla sociale.

Durante la festa di compleanno di Oliver, a tema “Sogno di una notte di mezza estate”, Felix indossa un costume d’angelo, semplice e discreto. Questa scelta riflette il suo approccio nonchalant alla moda e suggerisce un parallelismo sottile con il costume di Giulietta nel “Romeo + Giulietta” di Baz Luhrmann. Il costume può anche essere visto come un presagio, rappresentando Felix come un “angelo caduto“.

Venetia, l’emblema della moda anni 2010

Venetia, uno dei personaggi centrali di “Saltburn”, incarna perfettamente l’estetica eccessiva e un po’ kitsch dell’era Y2K (Year 2000). Il lavoro di Sophie Canale nella creazione dei suoi costumi è ispirato da icone di stile come Kate Moss, Amy Winehouse e Keira Knightley, combinando un mix di fascino, ribellione e glamour leggermente trasandato tipico dei primi anni 2000.

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I brand scelti per Venetia sono evocativi di questo stile: Agent Provocateur, Dundas e Galvan. Queste etichette combinano l’audacia, l’eleganza e un certo spirito avventuroso, perfettamente in linea con il personaggio. Un esempio notevole è una scena in cui Venetia indossa una tuta Dundas abbinata a una giacca con frange di Nasty Gal durante una partita di tennis. Questa combinazione rappresenta una brillante interpretazione dello stile “high-low”, tipico di quel periodo, dove il lusso si mescola con l’accessibile, creando un look che è sia sofisticato che sfacciatamente alla moda.

Per il compleanno di Oliver, Venetia sceglie un abito nero semplice, ma ricoperto di gioielli che creano un effetto ragnatela. Sebbene la struttura dell’abito sia abbastanza semplice, il design ricco e l’abbondanza di gioielli conferiscono un aspetto eccessivo e un po’ volgare, in linea con i tagli di abiti popolari nei primi anni 2000. I gioielli, intricatamente realizzati, contrastano con la lunghezza eccessivamente corta dell’abito, rivelando quel pizzico di “cattivo gusto da ragazza ricca” che caratterizza Venetia: in questo senso, come potrebbero mancare i jeans a vita bassa anni ‘90 che richiamano Britney Spears?

Lady Elspeth, da falena a vittima

Elspeth, la madre affettuosa ma emotivamente incomprensibile di “Saltburn”, è un personaggio ricco di contrasti. Calda e affettuosa, ma incapace di esprimere chiaramente le sue emozioni, è avvolta in un mistero ma, allo stesso tempo, cerca costantemente l’attenzione. Nella creazione dei suoi costumi, Sienna Miller e Laura Bailey hanno fornito ispirazione, unendo glamour e un certo “cool girl” fashion che riflette il suo passato da modella e la sua esperienza nel mondo della moda.

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Elspeth si distingue per l’uso di brand come Dolce & Gabbana, Missoni e Ossie Clark, con l’aggiunta di pezzi vintage. Questo mix di stili sottolinea la sua natura di icona di moda, che sa essere straordinariamente glamour ma anche rilassata nei suoi caftani e jeans. Il suo stile è un equilibrio tra l’eleganza sofisticata e una disinvoltura naturale, che riflette la sua personalità complessa e stratificata.

Un momento particolarmente rivelatore è quando indossa un abbagliante abito dorato di Valentino alla festa di compleanno di Oliver. Qui, Elspeth incarna la figura di Titania, la Regina delle Fate, volendo essere il fulcro dell’attenzione. Tuttavia, la sua presenza risulta essere un guscio dorato vuoto, in quanto, nonostante il suo desiderio di essere al centro dell’attenzione, si sente trascurata e non apprezzata dagli ospiti.

Questo contrasto si riflette anche in un altro abito che indossa, caratterizzato dal colore lilla. Il lilla, tradizionalmente simbolo di fragilità e delicatezza, rispecchia la vulnerabilità sottostante di Elspeth. Il paragone con la Daisy di Il Grande Gatsby è evidente: in entrambi i casi, gli abiti diventano un’estensione del personaggio, simboleggiano il loro ruolo all’interno della società e nascondono i loro veri sentimenti. Sia Elspeth che Daisy sono figure che, nonostante siano al centro dell’attenzione e ammirate per la loro bellezza e il loro stile, si confrontano con la realtà di essere incomprese e, in qualche modo, intrappolate nelle aspettative della società. Questi abiti, quindi, non sono solo un’espressione di moda, ma anche uno strumento narrativo che aiuta a svelare la vera essenza dei personaggi.

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